Sconti online: nuove norme europee per ecommerce

Nell’ottica di contrastare le pratiche commerciali scorrette nei confronti del consumatore, a breve troverà applicazione anche in Italia la direttiva Omnibus sugli sconti online.

La nuova normativa verrà adottata per riformare le norme sulla tutela dei consumatori e rafforzare gli obblighi di trasparenza dei siti ecommerce.

Ma cosa comporta la direttiva Omnibus per gli ecommerce? Cosa cambia nella gestione degli sconti online?

Fino ad oggi, molti negozi online gonfiavano i prezzi di partenza dei prodotti durante i saldi stagionali, il black friday o in altre occasioni particolari per far sembrare la propria offerta più allettante agli occhi dei consumatori.

Emanate seguendo le linee guida del New Deal per i consumatori, le norme sugli sconti nell’ecommerce vietano espressamente queste pratiche, imponendo alle aziende di indicare come prezzo di partenza quello più basso a cui il prodotto è stato proposto nei trenta giorni precedenti.

In questo articolo ti parlerò della direttiva Omnibus e ti spiegherò quali sono i casi di applicazione e le eccezioni previste. Inoltre, vedremo come adeguarsi alle nuove regole per evitare sanzioni.

Quali regole introduce la Direttiva Omnibus per gli ecommerce

La direttiva UE 2161/2019 è entrata in vigore il 7 maggio 2020 e, a breve, verrà applicata anche nel nostro paese. 

Chiamata anche direttiva Omnibus, si riferisce esclusivamente agli ecommerce B2C, cioè alla piattaforme che vendono prodotti o servizi digitali direttamente ai consumatori e, tra le forme di pagamento, include sia il denaro che i dati personali degli utenti.

Ma quali sono le nuove regole per il commercio elettronico previste dalla direttiva UE 2161/2019?

Dal Legislatore europeo arrivano indicazioni su diversi punti:

  • maggiore trasparenza per gli ecommerce;
  • personalizzazione dei prezzi;
  • acquisti tra soggetti privati (commercio C2C);
  • divieto di false recensioni;
  • sconti online;
  • sanzioni e strumenti per la tutela dei consumatori.

I marketers, quindi, saranno obbligati ad una maggiore trasparenza nei confronti degli utenti, dando indicazioni chiare sulla loro natura, sui criteri utilizzati per il ranking delle offerte e sulle misure messe in atto per garantire che le recensioni siano autentiche.

Per quanto riguarda la personalizzazione dei prezzi, la piattaforma dovrà informare il consumatore sui fattori considerati e sugli strumenti adottati per proporre codici sconto o offerte personalizzate. 

Inoltre, la direttiva prevede un sistema sanzionatorio e indica alcuni rimedi individuali a cui i consumatori possono ricorrere nel caso di pratiche commerciali scorrette.

Le sanzioni previste sono similari a quelle introdotte per il GDPR: in caso di violazione si possono ricevere sanzioni pecuniarie fino al 4% del fatturato annuo della società all’interno dello Stato in cui è stata commessa la violazione. Nei casi in cui non si possano ottenere dati sul fatturato, le sanzioni sono di almeno 2 milioni di euro.

> Leggi anche: Saldi e sconti online: gli adempimenti legali per evitare sanzioni

Cosa dice la nuova Direttiva UE sugli sconti online?

Gli sconti e le promozioni hanno un forte appeal sui consumatori che vanno sempre alla ricerca delle migliori condizioni per concludere i loro acquisti online. I saldi, il Black Friday e il Cyber Monday sono i casi più significativi di questo fenomeno, perché riescono a far registrare incrementi notevoli nelle vendite. 

Durante i saldi invernali 2022, ad esempio, l’aumento delle transazioni nel nostro paese ha raggiunto il +32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Purtroppo, nel tempo, molti rivenditori hanno tentato di approfittare di questa tendenza, mutuando una pratica usuale in alcuni negozi fisici: mostrare un prezzo iniziale più alto di quello reale per illudere il cliente di essere di fronte ad una vera occasione.

Le scontistiche false online, fino ad ora, rientravano tra le pratiche commerciali scorrette ma non esisteva nessuna legge che le affrontasse nello specifico.

La direttiva Omnibus, invece, dedica l’intero articolo 2 agli sconti online, introducendo nella direttiva 98/6/CE l’articolo 6-bis che fornisce indicazioni molto precise sulle modalità con cui devono essere presentati i prezzi e gli sconti applicati (Pricing Indication Directive).

I punti su cui è necessario soffermarsi sono i paragrafi 1 e 2 dell’articolo 6-bis della direttiva 98/6/CE, in cui vengono stabilite le regole relative agli annunci di riduzione di prezzo:

  • Ogni annuncio di riduzione di un prezzo deve indicare il prezzo precedente applicato dal professionista per un determinato periodo di tempo prima dell’applicazione di tale riduzione. 
  • Per prezzo precedente si intende il prezzo più basso applicato dal professionista durante un periodo di tempo non inferiore a 30 giorni prima dell’applicazione della riduzione del prezzo.  

Ciò significa che, per applicare uno sconto online, è necessario indicare la tipologia di sconto con la dicitura da-a e fare riferimento al prezzo inferiore a cui il prodotto è stato in vendita nei trenta giorni precedenti. 

> Esempio di annuncio di sconti online 

Mettiamo che tu voglia offrire un prodotto al 50% di sconto. In tal caso dovrai prendere come periodo di riferimento i 30 giorni precedenti e inserire il prezzo più basso applicato durante questo arco di tempo.

Qualora il prezzo più basso sia stato 120 euro, tu sarai obbligato a considerare questa cifra per calcolare la riduzione, a prescindere dal prezzo iniziale di vendita del bene. 

> Attenzione agli sconti nella vendita internazionale 

Se vendi all’estero tieni sempre in considerazione la normativa del paese verso cui vendi i tuoi prodotti. Ogni Stato membro, infatti, può recepire la normativa Omnibus in modo differente e stabilire regole proprie.

Ad esempio, tra le norme generali è previsto che ogni paese possa decidere in autonomia la durata del periodo precedente a cui riferirsi per lo sconto, a patto che non sia inferiore ai 30 giorni.  

Eccezioni: quando non si applica la Direttiva Omnibus sugli sconti online

La nuova direttiva si applica in tutti i casi in cui la riduzione venga introdotta con la formula “da – a”, come ad esempio da 100 euro a 80 euro.

Le regole, tuttavia, non si limitano agli sconti presentati con questa formula ma sono estese anche ai casi in cui si presentano gli sconti sotto forma di percentuale (tutto al 50%, sconti dal 10% al 70%).

Mentre esistono anche dei casi eccezionali, in cui non è necessario indicare il prezzo di vendita più basso applicato durante il mese precedente. 

Vediamo quali sono:

  • Variazione dei prezzi legata ad altri fattori: se il cambiamento dei prezzi non è dovuto alle promozioni ma a cause come l’aumento dei costi delle materie prime o dei servizi di logistica. 
  • Scontistiche legate a offerte personalizzate, codici sconto individuali o carte fedeltà: la direttiva Omnibus non si applica agli sconti personalizzati. 
  • Annunci generici: in mancanza di indicazioni precise sul prezzo non ci sono obblighi. Quindi annunci come “ prezzi bassi”, “migliori prezzi”o “prezzi scontati” non rientrano nella nuova normativa.
  • Confronto di prezzi tra competitor o con il prezzo consigliato.
  • Offerte combinate: il noto “3×2” e il “prendi 2, paghi uno”. 
  • Promozioni con cashback.
  • Prodotti in scadenza o che possono deperire velocemente.

| Cosa può fare per te l’Avvocato dell’Ecommerce

La normativa Omnibus sugli sconti online dà indicazioni molto precise sulla gestione della scontistica, prevede i casi in cui è necessario applicarla e anche diverse eccezioni. 

La sua applicazione non va assolutamente disattesa perché in tal caso potresti incorrere in sanzioni salate calcolate a seconda della gravità, della natura, dell’entità e della durata della violazione, in proporzione al danno subito dal consumatore e alle azioni intraprese dal venditore per ridurre l’impatto del suo comportamento.

Per non incorrere in sanzioni, o peggio, nella perdita di fiducia da parte dei clienti, è necessario adeguare il proprio ecommerce alla nuova normativa. 

Richiedi una call gratuita, ti spiegherò quali passaggi fare per avere un ecommerce a norma.

Floriana Capone

Avvocato dell’Ecommerce

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